La noia
- Manuela Agostini
- 31 gen 2018
- Tempo di lettura: 3 min

Gli artisti di tutti i tempi hanno di molto affrontato il tema “Noia”. Il “Taedium vitae” di Orazio, Seneca e Lucrezio, Giacosa con la sua opera teatrale “Gli annoiati”, Moravia con il romanzo “La noia” da cui, conseguenzialmente sono state tratte almeno due rivisitazioni cinematografiche, una di Damiano Damiani del 1963 e la più recente, del francese Cédric Kahn , del 1998.
Ma cos’è la noia?
Nella definizione di A. Clancier (1977), la noia è caratterizzata da un’attesa vaga di qualche cosa e dalla incapacità di tollerare questa attesa. Malgrado il senso di insoddisfazione e di infelicità che produce, la noia non alimenta la ricerca di stimoli diversi, per soddisfare altri desideri: nello stato di noia non vi sono desideri identificabili. La curiosità e l’interesse per l’ambiente esterno vengono infatti a mancare quando c’è la noia e la persona manifesta uno scarso livello di attivazione dell’organismo, carenza di reattività e vigore, apatia. In genere si tratta di un’emozione transitoria, che lascia un senso di scontentezza, di frustrazione, di vuoto.
Ma quando lo stato di noia non è transitorio ma persistente? Cronico?
Allora la noia diventa patologica.
Chi si annoia in questo modo vive una quotidianità dove niente lo emoziona, lo coinvolge e lo entusiasma.
L’annoiato sogna un cambiamento radicale, qualcosa che aggiunga colore alla propria esistenza ma nel concreto non sa indicare che cosa potrebbe migliorargli la vita. Talvolta le persone facili alla noia per sfuggire a questo stato d’animo rincorrono sempre nuovi stimoli: conoscere continuamente nuovi amici, provare nuovi locali, provare sport estremi o esperienze sessuali al limite.
Chi vive in questa condizione spesso riesce a provare delle emozioni e a sentirsi vivo soltanto mettendosi in situazioni rischiose, estreme e trasgressive che però con il tempo perdono la loro carica di eccezionalità e diventano normali.
Chi si annoia si lamenta di stancarsi facilmente delle persone, degli hobbies e di qualunque cosa: una volta esaurito l’entusiasmo iniziale, tutto diventa scontato e ricomincia la ricerca di nuovi amicizie, interessi e situazioni più stimolanti ed emozionanti.
Perché ci annoiamo?
La noia è attuata come difesa contro la depressione
L’incapacità nel provare piacere ed interesse verso la propria vita nasconde infatti un profondo vissuto depressivo.
Chi si annoia non riesce a trovare un valore in quello che fa, vive una vita in cui non si riconosce e di cui non è soddisfatto ma non sa come cambiarla: sa quello che non vuole ma non sa quello che vuole.
La noia come incapacità di capire i propri bisogni
La noia segnala un rapporto alterato con i propri bisogni più profondi: chi si annoia non riesce a trovare dei sogni, uno scopo alla propria esistenza, qualcosa che lo motivi veramente.
Il rischio è quello di non vivere la propria vita ma la vita che gli altri (genitori, amici, la società) si aspetterebbero da noi.
La conseguenza è che si finisce per fare delle scelte importanti (come per esempio, sposarsi e avere un figlio) perché è quello che fanno tutti, ma se queste scelte non sono in armonia con i propri bisogni più profondi, si rischia di trovarsi intrappolati in un esistenza in cui non ci si riconosce.
Secondo Zapparoli, la causa inconscia della noia sarebbe da ricercarsi nel rifiuto del limite sia nostro personale che della realtà esterna.
Chi si annoia desidera inconsciamente una vita eccezionale, fatta di grandi realizzazioni, di amicizie fantastiche e di amori travolgenti.
Pertanto, a confronto con queste aspirazioni grandiose e irrealizzabili la realtà di tutti i giorni non può che sembrare limitata, deludente, banale .
Quanto possiamo realizzare di positivo nella vita può sembrare misero e privo di valore rispetto a tutto ciò che è realizzabile nella fantasia o che altre persone più dotate o più fortunate hanno realizzato.
In realtà avanzare uno stato di noia cronica cela la voglia di difendersi dalla paura di fallire
Chi non sa quello che vuole si lascia trascinare dalle situazioni, fa le cose senza convinzione e senza impegno e se le cose vanno male può sempre dirsi che tanto non era importante e preservare l’autostima.
L’assenza di desiderio, tipica della noia, può proteggere dalla frustrazione di desiderare cose che si ritengono irrealizzabili o al di fuori della propria portata.
Se io desidero qualcosa che è importante per me e mi impegno per averla e non ci riesco, soffro ma se io non desidero, non soffro .
Una ricetta contro la noia
La noia non si sconfigge cercando sempre nuovi stimoli oppure cambiando radicalmente vita ma imparando a dare valore a quello che si fa, a quello che si ha e a trovare un senso più ampio nella propria quotidianità. La soluzione vincente contro la noia? Imparare a essere pienamente presenti nella propria realtà e nel proprio contesto familiare, lavorativo e sociale cercando di raggiungere alla fine lo stato di “Tranquillitate animi”
Comments