FELICITA'
- Manuela Agostini
- 28 nov 2017
- Tempo di lettura: 4 min
Filosofi, scrittori, psicologi, artisti e scienziati da sempre hanno cercato di dare un significato alla felicità: cosa è, da cosa è causata e come viene percepita da ogni singolo individuo. Girando sul web, gli articoli legati a questo argomento sono i più disparati e tra i tanti mi sono imbattuta in quello degli scienziati Robb Rutledge, Nikolina Skandali, Peter Dayan e Raymond J. Dolan che hanno elaborato l’algoritmo della felicità che si traduce nella seguente formula:

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica "Proceeding of the National Academy of Science" presenta un modello computazionale e neuronale di momentaneo benessere soggettivo. Questi hanno dapprima sottoposto un gruppo di 26 volontari ad un test di attività decisionale basato sulla vincita o perdita di denaro. Ad ogni decisione presa, il partecipante doveva fornire un giudizio sulla sua felicità e i dati ricavati venivano intrecciati con le immagini fornite da una macchina per la risonanza magnetica sotto la quale erano stati posti. Hanno cosi elaborato l’algoritmo, che hanno poi testato su ben 18 mila persone utilizzando un’app per smatphone in cui si guadagnavano punti in base alle decisioni effettuate su situazioni di vita comune.
Il risultato, in base a questa formula è che il senso di felicità è proporzionale al guadagno atteso e al divario tra il guadagno reale meno il guadagno atteso. La deduzione più interessante però è che la felicità dipende principalmente dalle aspettative che muovono l'azione, ed è calcolabile cosi: il totale delle aspettative raggiunte e delle ricompense ricevute combinate insieme possono stabilire il nostro livello di contentezza in un determinato momento.
Abbiamo quindi necessità, per essere felici, di aspettativa, di obiettivi, dei "dati" insomma, senza i quali come nei più semplici dei problemi non potremo raggiungere il risultato, la felicità.
Cosa voglio?
Cosa mi rende triste?
Cosa mi rende sereno?
Facciamo un elenco di queste cose, puntiamo sulla serenità, sugli aspetti positivi insomma e lavoriamo per aumentare i momenti legati ad essa. Le cose tristi possono essere collegate alle più disparate motivazioni ma forti della serenità che ci prefiggiamo impareremo a modularne l’emozione negativa e a sopportarne la presenza.
Secondo lo studioso Michael Fordyce esistono 14 punti che rappresentano aspetti di base, atteggiamenti e pensieri, che una persona può apprendere per essere più incline alla felicità.
1. Essere più attivi e tenersi occupati
Mantenersi quotidianamente più attivi permette di migliorare il livello di benessere. Investire le energie in attività coinvolgenti, accattivanti e piacevoli rende soddisfatti e di conseguenza più felici.
2. Passare più tempo socializzando
Avere delle attività sociale, rende felici. Secondo la teoria del bersaglio, più le relazioni sono profonde e intime, maggiore è il loro impatto sulla felicità. Al contrario più si sta soli e più si è tristi e sconsolati.
3. Essere più produttivi svolgendo attività che abbiano significato
L’impegno profuso, quando risulta produttivo, genera soddisfazioni, ma affinchè abbia un reale effetto positivo su se stessi deve essere mirato ad attività ritenute ricche di significato, come un lavoro soddisfacente.
4. Organizzarsi meglio e pianificare le cose
La capacità di organizzare permette di godere dei piccoli risultati raggiunti quotidianamente, mentre il rimandare gli impegni, il procrastinare, spesso si accompagna ad un senso di colpa per aver perso tempo, inducendo sentimenti di tristezza diffusa.
5. Smettere di preoccuparsi
Secondo la teoria time-clock, più tempo sarà dedicato alle preoccupazioni, meno si ha tempo per essere felici. La felicità di una persona aumenta quando diminuiscono i pensieri negativi, infatti le persone felici si preoccupano molto meno della maggior parte della gente. Questo non significa che non hanno dei problemi, ahimè, quelli capitano a tutti, ma non si creano un problema del problema.
6. Ridimensionare le proprie aspettative e aspirazioni
Le persone felici rincorrono meno il successo, ma paradossalmente, ne hanno di più. La rincorsa del successo mette in una posizione di attesa in cui si rimanda l’essere felici a domani. È utile conoscere le proprie risorse e i propri limiti, in modo da domandare alla vita cosa si vuole e godere delle piccole cose.
7. Sviluppare pensieri ottimistici e positivi
L’ottimismo migliora le emozioni e innesca un circolo virtuoso del tipo profezia che si autoavvera. Se si pensa di poter realizzare qualcosa, si è anche invogliati a darsi da fare e questo comportamento aumenterà le probabilità di raggiungere ciò che si desidera.
8. Essere orientati sul presente
Per essere felici è sicuramente utile investire di più sul presente, dando valore ad ogni giorno e godendo delle opportunità quotidiane.
9. Lavorare a una sana personalità
Per avere una condizione di benessere ed essere felici è necessario apprezzarsi, accettarsi, conoscersi, aiutarsi ed essere se stessi.
10. Sviluppare una personalità socievole
Siate socievoli. Oltre ad aumentare la probabilità di conoscere persone significative per la vostra vita, potete aumentare anche la probabilità di ricevere rinforzi positivi concedendovi la possibilità di essere disponibili e gentili con gli altri.
11. Essere se stessi
Mostrarsi per quello che si è, con i propri pregi e i propri difetti, offre la possibilità di piacere a qualcuno e di poter costruire una relazione su basi solide e non fatue.
12. Eliminare sentimenti negativi e problemi
Utilizzando la metafora della pentola a pressione, se accumulate pensieri negativi come rabbia o senso di colpa tenderete a vivere una vita infelice, proprio come nella pentola a pressione dove, crescendo sempre di più la temperatura, senza far sfiatare le pentola, la pressione aumenterà talmente tanto da far scoppiare il coperchio.
13. I rapporti intimi sono la fonte principale di felicità
Le relazioni che si instaurano tra persone felici si fondano sul piacere, inteso come voglia di passare del buon tempo insieme. La qualità del rapporto appaga e rende felici.
14. Considerare la felicità la priorità numero 1
Se non date valore alla felicità come pensate di ottenerla? Il pensiero non è “non devo, non voglio essere triste“, ma “mi piacerebbe essere felice“!
Vorrei suggerire inoltre un quindicesimo punto.
Imparare a perdonare. Sembra una banalità ma non credo sia così. Molta della nostra tristezza è legata al rimuginio. Arriva un momento in cui bisogna accettare il subito e andare avanti, colmi non più di rabbia ma dell’esperienza appresa. Lasciamo andare. Tutti percorriamo una strada e portiamo con noi una valigia ricolma di storie, emozioni e persone. Questa valigia più si va avanti e più diventa pesante e il cammino è più faticoso se non lasciamo andare ciò che ormai è superfluo, che non ci serve più, che non vogliamo più. Se ci si pensa bene lasciando andare, infondo, creiamo anche più spazio, utile per quello che invece vogliamo davvero portare con noi e per le nuove esperienze che magari, potranno renderci felici.
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