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Collateral Beauty

  • Manuela Agostini
  • 23 ott 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

Howard Inlet (Will Smith) è un dirigente pubblicitario di un'importante azienda di New York, stimato e lodato da tutti. In seguito ad una terribile tragedia personale inizia a vacillare: depresso, solitario, taciturno perde l'entusiasmo di una volta e inizia ad assumere comportamenti che minacciano la sua salute fisica e mentale. È qui che i suoi tre migliori amici e colleghi – Whit Yardsham (Edward Norton), Claire Wilson (Kate Winslet), e Simon Scott (Michael Peña) – decidono di intervenire. Dopo aver assoldato un investigatore privato scoprono che Howard scrive delle lettere, non a persone però, intrattiene infatti una corrispondenza con il Tempo, con l’Amore e con la Morte.

Amore, Tempo, Morte. “Tutti desideriamo essere amati, tutti vorremmo avere più tempo, tutti abbiamo paura della morte”.

Questi sono gli elementi che danno un senso alla nostra esistenza e soprattutto da questi elementi bisogno cogliere “La bellezza collaterale” almeno è questo che la trama di “Collateral Beauty” uscito nel 2016 regia di David Frankel, ci vuol far arrivare. La sceneggiatura è del tutto incentrata su un elemento fondamentale, il dolore. La bellezza collaterale non è altro che quello che è necessario cogliere da questo profondo stato emotivo. Dietro la peggiore delle disgrazie si nasconde un significato utile ed è possibile vederne poi, il lato, se vogliamo chiamarlo cosi, positivo, il vero motivo per cui abbiamo dovuto provare questa sofferenza. Dobbiamo montare su, occhi adatti a cogliere il collaterale. Quando si vive chiusi in questo stato di dolore inizia un gioco statico, ripetitivo e senza fine, adottiamo uno schema routinario che ci dà la parvenza di una specie di sicurezza/serenità. Si può sopravvivere cosi, certo, oppure si può vivere, voler star bene, sapendo che nessuna perdita al mondo, nessun abbandono, nessuna separazione, nessun dolore alla fine ci farà smettere di respirare, anche contro la nostra volontà, lividi, indolenziti e senza più lacrime da versare, respireremo comunque! Come affrontare tutto questo? Il vero problema è la perdita di equilibrio, un vuoto di senso, la cancellazione di qualcosa. Ogni perdita, bisogna capire, lascia delle cicatrici ma permette un apprendimento una crescita e maggiore consapevolezza. E’ necessario recuperare se stessi. Al centro di tutto ci siamo noi e la creazione di nuove possibilità emotive e psichiche. Utile capire subito che:

[if !supportLists]1) [endif]Dobbiamo darci tempo

[if !supportLists]2) [endif]Accettare lo stato dei fatti

[if !supportLists]3) [endif]Fare cose che ci rendono il più possibile felici

[if !supportLists]4) [endif]Riflettere

[if !supportLists]5) [endif]Centrarsi

E perché no

[if !supportLists]6) [endif]tenere un diario su cui scrivere ogni cosa che vogliamo liberare

La perdita, l’abbandono, il distacco possono essere legate ad un lutto, un amicizia esaurita, una relazione finita. In tutti e tre i casi parliamo sempre d’amore, di tempo e di morte.

Nel lutto bisogna superare il senso di ingiustizia e il rammarico di non aver avuto più tempo, la morte ci relazionerà con persone e nuovi eventi, noi siamo ancora qui, cosa ci sta donando? Cosa ci ha tolto? Quale mancanza ci fa soffrire? Il tempo dilaterà il dolore, non lo farà scomparire ma dobbiamo essere in grado di trasformalo.

Un amicizia esaurita ci apre gli occhi su cosa ci fa stare bene, cosa non vogliamo dalle persone, pone un filtro e ci dà leggerezza e cognizione di chi siamo e da chi vogliamo essere contornati.

Le relazioni? Ah bè per quelle bisogna necessariamente afferrare che:

Possiamo amare in forme molteplici

L'amore non salva e se pensiamo sia cosi, non stiamo amando, ripartiamo da noi stessi, come si dice ripartiamo dal “Via”

L'amore non è sempre identificabile con le classiche “farfalle nello stomaco”

L'amore non è fusione

L'amore non si automantiene

Se saremo in grado di fare nostri questi concetti, il modo di vivere e vedere i rapporti cambierà, in meglio secondo me. Importante poi è capire che “non puoi decidere chi amare e da chi essere amato” ma devi sapere cos’è l’amore, l’amore incondizionato, quello vero, non quello autoriferito. Amare è gioire per la felicità dell’altro, anche se essa non è legata a te, tutto il resto non è amore, sarà sicuramente qualcosa di bello ma non amore.

La morte è un fatto

L’amore è la trama di ogni cosa

La vita è in continuo movimento, muta lei, mutiamo noi, le cose avvengono ed è necessario per non cadere nell’inevitabile pensiero che nulla ha senso, darglielo noi, ricordando soprattutto che

Il tempo è un regalo


 
 
 

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