E' solo la fine del mondo
- Manuela Agostini
- 11 ott 2017
- Tempo di lettura: 4 min
“ …capita di nascere in mezzo a persone che non senti vicine malgrado il legame di sangue e quindi ci allontaniamo volontariamente…”

“È Solo La Fine del Mondo” è l’ultimo film Xavier Dolan, tratto dall'omonima pièce teatrale di Jean-Luc Lagarce, rappresentazione sebbene il titolo possa metterci fuori strada, della vita stessa, quella fatta di attese, gioie nascoste, dolori urlati, rimpianti, rimorsi dei legami difficili. Una vita fatta di solitudine e di ricerca interiore, di nostalgia e degli affetti.
Louis è un giovane scrittore di successo che si è allontanato da tempo dalla famiglia di origine per vivere liberamente la propria vita. In procinto di comunicare un importante notizia, decide di fare ritorno a casa. Ad aspettarlo la madre e i suoi fratelli con i quali, fin da subito inizierà quel terribile meccanismo di “gioco al massacro” che troppe volte si innesca involontariamente o no all'interno di molte famiglie. Le dinamiche famigliari sono un tema spesso sottovalutato, ruoli invertiti, aspettative disilluse, caratteri e credenze differenti influenzano la vita di ogni componente irrimediabilmente senza, spessissimo, possibilità di scardinamento dal gioco. Atteggiamenti routinari, parole non dette bloccano la naturale evoluzione e si rimane invischiati in inutili credenze, atteggiamenti e sofferenze.
Questo mi ha fatto pensare al concetto di “Ciclo di Vita” nato in psicologia all’interno della ricerca e dello studio sull’individuo. In particolare, fu Erikson (1950) che suddivise l’intero arco di vita in otto stadi, caratterizzati ogn'uno da un conflitto o evento critico che deve essere superato per poter passare alla fase successiva. Ogni fase, quindi, è caratterizzata da un certo numero di compiti evolutivi che devono essere risolti per proseguire nel proprio sviluppo. Ogni fase prevede un cambiamento e in questo senso l’evento critico è una risorsa positiva e funzionale perché permette lo sviluppo del soggetto.
Ad ogni stadio evolutivo corrisponde un bisogno emotivo individuale collegato ad una relazione significativa ed è interessante notare come nelle prime tre fasi del ciclo di vita dell’individuo sia la famiglia a rappresentare la relazione significativa.
Con il tempo si è arrivati ad individuare anche un ciclo di vita della famiglia e ci si è resi conto di come
quest’ultimo sia indissolubilmente legato al ciclo di vita individuale dei suoi membri.
I cambiamenti che durante le fasi coinvolgono la famiglia sono:
- Livello Individuale (cambiano i singoli membri);
- Livello Interpersonale (cambiano le modalità di relazione);
- Livello Gruppale (la famiglia può modificare il suo numero e la sua composizione);
- Livello Sociale (cambiamenti economici e sociali dell’ambiente).
Rispetto al ciclo di vita bisogna analizzare tre concetti interconnessi:
1. Fasi Evolutive: il ciclo di vita è scandito da un susseguirsi di fasi che la famiglia deve attraversare
dalla sua formazione alla sua dissoluzione. Ogni fase è avviata da un evento critico che, se superato,
porta la famiglia nella nuova fase caratterizzata da un determinato numero di compiti evolutivi, che
devono essere anch’essi superati per poter continuare il percorso. Ciò che segna il passaggio da una
fase all’altra è stato individuato in due fattori:
- Ingresso/uscita di un membro della famiglia;
- Età dei figli.
2. Eventi Critici: sono rappresentati dalle situazioni problematiche che, se superate, permettono il
passaggio alla fase successiva. Essi richiedono una ristrutturazione della famiglia e delle sue
relazioni. Tale crisi ha un valore positivo quando viene superata poiché crea sviluppo ed evoluzione
della famiglia e ha valore negativo quando la famiglia non ha le risorse necessarie per superarla e
quindi rimane bloccata nella situazione problematica con relativo mal funzionamento relazionale.
Gli eventi critici possono essere suddivisi in due categorie:
- Eventi Critici Normativi: sono quelli prevedibili, quindi quelle situazioni che la maggior parte delle
famigli si aspetta di incontrare ed effettivamente attraversa(ad es. nascita dei figli, crescita e
matrimonio);
- Eventi Critici Paranormativi: sono quelli non prevedibili, gli imprevisti, come una malattia, una morte
prematura , situazioni insomma di forte stress perché
3. Compiti di Sviluppo:
Sono i compiti evolutivi che l’intera famiglia deve svolgere per raggiungere la fase successiva. Anche se alcuni compiti evolutivi sono e devono essere svolti solo da un membro della famiglia, viene comunque coinvolta l’intera famiglia che comunque entra in relazione con quel membro che in quel momento si trova in difficoltà proprio perché sta cercando di risolvere il suo compito evolutivo.
In generale, i compiti di sviluppo si riferiscono all’individuazione di ogni membro della famiglia e alla
realizzazione di legami tra i membri sulla base di un reciproco riconoscimento e sostegno, soprattutto
nei confronti dei più piccoli e deboli.
Come scritto sopra, spessoil ciclo di vita non è rispettato e la famiglia può rappresentare una sorta di “trappola” in cui ogni membro si crea un ruolo determinato (e spesso inconsapevole), dal quale è difficile venire fuori e che lo lega agli altri membri generando sofferenza
Quale meccanismo inceppa i legami familiari?
Spesso i conflitti genitori/figli, non sono che la ripetizione di ciò che i primi hanno vissuto, a loro volta, con i propri genitori. A volte invece c’è uno scambio dei ruoli tra coniugi, al cui posto si tendono a mettere i propri genitori (magari scomparsi, senza che il lutto sia stato elaborato), assegnando loro (e a loro spese) un ruolo estraneo, e comportandosi con essi “come i nostri cari si comportavano con noi quando eravamo bambini” o ancora quando tra due coniugi c’è un conflitto irrisolto e perpetuo e viene trasmesso ai figli, un meccanismo frequente che la massa dell’io familiare mette in atto per gestire la tensione creando cosi una triangolazione dove appunto l’aumento della tensione relazionale tra i coniugi viene gestito e contenuto coinvolgendo uno dei figli e non solo, portandolo a condizionare il suo modo di pensare, sentire e agire, e modellando qualitativamente il suo senso di identità e appartenenza e di conseguenza le possibilità di differenziazione dalla famiglia di origine.
Consapevole della relazione disfunzionale con i propri cari, delle dinamiche cicliche insopportabili e non da meno dell’incomprensione e la mancanza di sostegno da parte di tutti i membri, Louis decide di salvarsi cosi, di nuovo andando via, senza voltarsi, senza dire nulla esplicitando tutto quanto detto, con il suo perenne silenzio perchè infondo è inutile parlare con chi non può comprendere. Non si tratta di selezione, altezzosità o non amore, si tratta di comprensione, la comprensione di un ovvio che per molti troppo ovvio non è ... "Esistono una serie di motivazioni che ci spingono a non voltarci indietro" l'accettazione delle nostre peculiari diversità è sicuramente una di queste.
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